La tecnologia delle etichette rfid è al centro di un dibattito che coinvolge anche l’UE. Le questioni oggetto di discussione riguardano essenzialmente la necessità di implementare soluzioni di sicurezza per i dati sensibili delle persone, al fine di non intaccare la sfera delle informazioni personali. Queste stesse considerazioni rappresentano un vero e proprio deterrente all’adozione delle etichette rfid presso il grande pubblico; è, difatti, necessario effettuare considerazioni di carattere sociale, politico, etico e giuridico dal momento che le autorità pubbliche nazionali sono incaricate di individuare soluzioni che limitino l’abuso delle funzioni che le etichette rfid sono in grado di realizzare.
La sicurezza del sistema rfid è data anche dall’azione degli Stati membri dell’UE che mediante l’operato di una Commissione apposita controllano che le imprese adottino procedure di tutela finalizzate ad una corretta acquisizione di tale tecnologia. Altro fattore molto importante è il controllo esercitato sulle pratiche di elaborazione e progettazione delle etichette rfid, al fine di limitare a monte determinati rischi e favorire un clima di maggior fiducia verso questa tecnologia. In tal senso anche le campagne di sensibilizzazione e informazione possono determinare un aumento della propensione ad adottare le etichette rfid, senza contare il fatto che l’Unione Europea si sta muovendo in maniera tangibile dal punto di vista normativo per fornire delle linee guida agli stati membri: l’obiettivo è fornire una legislazione che garantisca la protezione delle informazioni personali tenendo conto delle nuove procedure di trattamento dati; mediante la direttiva “Vita privata e comunicazioni elettroniche” in questo senso molto è già stato fatto.
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